Il taccagno è un avaro che recita male la propria parte.
Chi si sposa, capirà; chi non si sposa, ha già capito.
La solitudine o ci fa ritrovare o ci fa perdere noi stessi.
Ci sono donne che ci amano per quello che siamo; altre, per quello che non sono i loro mariti.
L'onestà, come tante altre virtù, dipende dalle circostanze.
La diffidenza verso gli altri nasce anche dalla sfiducia in noi stessi.
Tra l'avarizia e la prodigalità sta l'economia, ed è questa una virtù che l'uomo onesto deve praticare.
Se i cristiani credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali.
Si diceva della vecchia Sarah, duchessa di Marlborough, che non mettesse mai i puntini sulle "i", per risparmiare inchiostro.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
La ricerca esclusiva dell'avere diventa un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale.
L'avaro ha una somma pazzia, che sempre stenta per non stentare, e la vita a lui fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.
L'avarizia è l'unico vizio che, negli occhi dei posteri, si trasforma in virtù.
Quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all'anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: 'Roba mia, vientene con me!'.
Chi è ricco? Chi nulla desidera. Chi è povero? L'avaro.
Se denaro è simbolo di escrementi, l'avarizia non è che una forma di coprofagia.