Il lavoro è la maledizione delle classi alcolizzate.
Ogni volta che si fa una cosa stupidissima si è sempre mossi dai motivi più nobili.
A durare son soltanto le qualità superficiali. La natura più profonda di un uomo si scopre molto presto.
Ci vuole una donna veramente buona per fare una cosa veramente stupida.
Non parlo mai mentre ascolto la musica, o almeno nell'esecuzione di buona musica. Se si ascolta della cattiva musica, è un dovere coprirla con la conversazione.
Una fatalità incombe sulla superiorità fisica e intellettuale: la stessa fatalità che sembra inseguire, attraverso la storia, i passi incerti dei re. Meglio vale non distinguersi dai propri simili.
I buoni leader fanno sentire alle persone di essere nel cuore delle cose, non alla periferia. Ognuno sente di essere quello o quella che fa la differenza nel successo di un'organizzazione. Quando ciò accade le persone si sentono al centro e questo dà significato al loro lavoro.
L'uomo è un essere di desiderio. Il lavoro può solo soddisfare i suoi bisogni. Sono rari i privilegiati che riescono a soddisfare i bisogni dando retta al desiderio. Costoro non lavorano mai.
Un gran lavoratore è un povero diavolo che si annoia.
Se procediamo nel lavoro che abbiamo sottomano, il fine ultimo di quel lavoro diventa irrilevante, svanisce.
Niente di peggio che lavorare a orario fisso: si produce scrittura burocratica.
Ciascuno di noi deve imparare a lavorare non solo per sé, per la sua famiglia o la sua nazione, ma a favore di tutta l'umanità.
Non è il benessere né lo splendore, ma la tranquillità e il lavoro, che danno la felicità.
Ritengo che l'uomo, se non è ostacolato, raggiunge da sé con l'eroismo del lavoro e del pensiero la grandezza che gli spetta.
Il telelavoro non è una chimera, basterebbe cablare meglio i paesi e le città evitando così che la gente si sposti. Molti potrebbero stare di più in famiglia, coi figli, giocare con loro.
Il talento dimostrato negli anni di formazione all'università non consente di prevedere il livello di produttività in fasi ulteriori, cioè in un contesto lavorativo.