La morte è il modo che la natura ha di dirti che devi rallentare.
La vita imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita.
Bene e male, peccato e innocenza, attraversano il mondo tenendosi per mano. Chiudere gli occhi di fronte a metà della vita per vivere in tranquillità è come accecarsi per camminare con maggior sicurezza in una landa disseminata di burroni e precipizi.
Nel comune mondo dei fatti, i deboli non sono puniti, né i forti premiati. Il successo spetta ai forti, il fallimento tocca ai deboli.
Deve essere assolutamente facile dire in mezz'ora se un libro vale qualcosa o non vale niente. Dieci minuti bastano, se uno ha istinto per la forma.
Il temperamento è il requisito primario per il critico un temperamento suscettibile squisitamente alla bellezza, e alle varie impressioni che la bellezza ci offre.
La morte è la porta che tutti noi dobbiamo attraversare, ed è questo nostro io spirituale che, abbandonato il corpo fisico, ci farà continuare a vivere, a imparare e a crescere mentre proseguiamo.
Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
L'idea che si morirà è più crudele del morire, ma meno dell'idea che un altro sia morto.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.
Non sapendo come cavarsela, la natura ci fa morire.
Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, amore, disillusione, destino, morte.
Un bel morir tutta la vita honora.
Vivere nuoce gravemente alla salute.
La morte non è che per i mediocri.