È morto col sorriso sulle labbra. Altrui.— Roberto Gervaso
È morto col sorriso sulle labbra. Altrui.
È la sfiducia in se stessi che fa credere ai miracoli.
Il moralista, impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla.
C'è chi è impotente di fronte al destino e chi di fronte a una donna. Difficile dire chi soffre di più.
Buon politico è chi sa cosa dire; gran politico, chi sa cosa tacere.
Le donne degli altri mi piacciono finché restano degli altri.
Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero già trovato un modo qualsiasi di aggirarla.
Morte. La più implacabile delle malattie ereditarie.
La morte verrà all'improvviso avrà le tue labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco.
La morte è una battaglia sempre perduta.
Io devo vivere in compagnia della morte. La destesto, naturalmente, ma non la temo. Se la temessi non varrei nulla come medico. Dovrei temerla?
La morte non è altro che il sonno del bambino che si addormenta sul cuore della mamma. Finalmente la notte dell'esilio sarà tramontata per sempre, ed entreremo nel possesso dell'eredità dei Santi nella luce.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.
Guardando un cadavere, la morte mi sembra una partenza. Il cadavere mi dà l'impressione di un vestito smesso. Qualcuno se n'è andato e non ha avuto bisogno di portare con sé quell'unico vestito che indossava.
Una donna stende il bucato nel silenzio. La morte è senza vento.
È bella la morte quando pone fine a una brutta vita.