Voglio dipingere la verginità del mondo!— Paul Cézanne
Voglio dipingere la verginità del mondo!
Procedo molto lentamente, perché la natura è per me estremamente complessa, e i progressi da fare sono infiniti. Non basta vedere bene il proprio modello, bisogna anche sentirlo con esattezza, e poi esprimersi con forza e chiarezza.
L'artista deve temere lo spirito da letterato che porta così spesso il pittore ad allontanarsi dalla sua vera strada: lo studio concreto della natura.
L'approvazione degli altri è uno stimolante, del quale talvolta è bene diffidare.
La luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un'altra cosa, attraverso il colore. Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo.
Il disegno ed il colore non sono affatto distinti. Man mano che si dipinge, si disegna. Più il colore diventa armonioso, più il disegno si fa preciso.
Una zuppa di prima categoria è meglio di un dipinto di seconda categoria.
Così il pennello sta alle mie dita come l'archetto al violino, e assolutamente per mio piacere.
È facile capire quando un quadro moderno è finito. Quando la pittura è ancora fresca, non è ancora finito.
La pittura non deve essere esclusivamente visiva o retinica, deve 'interessare' anche la 'materia grigia'.
Dipingere è uscire da se stessi, dimenticare se stessi, preferire l'anonimato a ogni cosa e rischiare talvolta di non essere in accordo con il proprio secolo e con i contemporanei.
Il pittore che ritrae per pratica e giudizio d'occhio sanza ragione è come lo specchio, che in sé imita tutte le a sé contrapposte cose, sanza cognizione d'esse.
Il pittore costruisce, il fotografo rivela.
Non vi è alcuna prova che Elisabetta abbia avuto molto gusto per la pittura; essa, però, ha amato i quadri che la raffiguravano.
Dire al pittore che la natura va presa com'è, è come dire al pianista che può sedersi sul pianoforte.
Io sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni.