Gli eroi sono più inclini all'autocitazione che all'autocritica.
Le uniche cose che meritano discussione e interesse non sono i tentativi di dimostrare di avere avuto ragione, ma gli errori commessi e gli aspetti che non si conoscevano.
Gli scrittori e gli intellettuali reclamano da qualche tempo, spesso e volentieri, di essere catalogati fra le specie in via di estensione. Può anche darsi che lo siano. Però, per amore della completezza, occorre anche aggiungere che costituiscono anche una delle specie più pericolose.
Guerre, conflitti, tutti affari. Un omicidio è delinquenza, un milione è eroismo. Il numero legalizza.
Ogni vero eroe sa portare il peso dei colpi che subisce.
Amiamo l'eloquenza fine a se stessa, e non per la verità o per l'eroismo che può suscitare.
Il vero eroe alla fine muore. Quelli che restano sono i filosofi.
Eroismo e santità, virtù secondarie. Ma bisogna aver dato prova di sé.
Tutti son buoni a far gli eroi con la pelle degli altri.
L'uomo ordinario è coraggioso e invulnerabile, come un eroe, quando non vede il pericolo, quando non ha occhi per esso. Viceversa: l'eroe ha l'unico punto vulnerabile nel dorso, cioè dove non ha occhi.
Se l'eroismo non contasse sacrificio sarebbe un affare di ordinaria amministrazione.
L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
I veri eroi non volano e non indossano le mutande sopra i vestiti, quelli che si vestono così sono fuori di testa! Vuoi sapere com'è fatto un vero eroe? Di carne ed ossa, si mette il distintivo e rischia la vita ogni volta che esce di pattuglia.