Non c'è che il superfluo che m'incanti.— Philippe Petit
Non c'è che il superfluo che m'incanti.
L'unica oasi dove ancora sopravvivono eleganza e semplicità è l'arte. Nell'arte, o nel design, è più facile distinguere tra ciò che è semplice ed elegante e ciò che non lo è.
Essere di passaggio da un progetto all'altro quando non sai bene cosa comincerai è una cosa che detesto. Per me quei momenti è come se non esistessero. E anche nei viaggi, il mio unico obiettivo è arrivare da qualche parte. Non è stare a metà che mi piace.
Senza creatività non c'è vita.
Essere ispirati significa voler fare qualcosa o essere già sul punto di farlo ed è forse un'altra delle infinite definizioni della creatività.
Viviamo in un'epoca dove le cose superflue sono le nostre uniche necessità.
La conquista del superfluo dà un'eccitazione spirituale più grande che la conquista del necessario. L'uomo è una creazione del desiderio, non del bisogno.
Ci sono molte persone che considerano necessario soltanto il superfluo.
In questa nostra epoca non vi è altro di necessario che il superfluo.
L'inutile e il superfluo sono più indispensabili all'uomo del necessario.
È contro le leggi di natura che pochi uomini rigurgitino del superfluo mentre le moltitudini affamate mancano del necessario.
Ciò che non è straziante è superfluo, almeno in musica.
Il superfluo, cosa quanto mai necessaria.
Viviamo in un'epoca in cui il superfluo è la nostra unica necessità.
Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il superfluo con la misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti.