C'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.— Primo Levi
C'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.
La nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci «ricordati che devi morire», meglio avrebbero fatto a ricordarci questo maggior pericolo che ci minaccia.
In questa nostra epoca fragorosa e cartacea, piena di propaganda aperta e di suggestioni occulte, di retorica macchinale, di compromessi, di scandali e di stanchezza, la voce della verità, anziché perdersi, acquista un timbro nuovo, un risalto più nitido.
In ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere.
Nella storia e nella vita pare talvolta discernere una legge feroce, che suona "a chi ha sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto".
Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
L'essere più antico è Dio, perché increato.
Ogni volta che non ha niente da dire, nomina Dio.
Se a qualcuno venisse in mente di affermare che Dio può in qualche modo agire contro le leggi di natura, costui sarebbe al tempo stesso costretto ad ammettere che Dio può agire contro la sua stessa natura: cosa di cui nulla è più assurdo.
Se Dio ha creato il mondo, non possiamo dire che si sia preoccupato molto di facilitarne la comprensione.
Signore! Davanti a te sono l'ultimo e il più spregevole dei vermi. Ti prego però, non andare a vantartene subito in giro.
Se un dio esiste, non si nasconde solo dietro il silenzio della natura. Si cela anche dietro la realtà del male degli innocenti che sembra accusarlo senza possibilità di difesa.
Dio è l'eterno, mentre il tempo è un idolo, quando diventa oggetto di venerazione.
Dio è il male.
Questo dio creatore viene chiamato senza ambagi "padre". La psicoanalisi ne desume che si tratta realmente del padre, un padre magnificato quale appariva una volta al bambino piccolo.
Se si è maturi per un dio si è generalmente acerbi per il prossimo.