La poesia nasce da tutto ciò che ha una scintilla di rivelazione.
Molti uomini hanno vita di quieta disperazione: non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Osate cambiare, cercate nuove strade.
Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete sussurrare il loro monito. Avanti, avvicinatevi. Ascoltate, lo sentite? ‐ Carpe ‐ sentito? ‐ Carpe, carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita.
Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.
"O Capitano, mio capitano!" Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po' più audaci, "O Capitano, mio Capitano".
I poeti devono, secondo me, tradurre in versi; la traduzione dei versi in prosa è sempre infedelissima e lontana dall'originale.
La poesia è il sentimento che si confessa a sè stesso, nei momenti di solitudine, e che s'incorpora in simboli che sono rappresentazioni il più che possibile esatti del sentimento nella precisa forma che esso assume nello spirito del poeta.
Di fronte alla poesia mi trovo disarmato. La bellezza del linguaggio in versi è profondamente superiore.
Si può imparare più su come scrivere poesia da Dante che da qualunque poeta inglese.
A vent'anni si tenta la poesia, a cinquanta si pensa che bisognava insistere.
Si può essere grande poeta senza aver scritto un sol verso.
È proprio vero che la poesia è deliziosa, infatti la prosa migliore è piena di poesia.
Se leggo un libro che mi gela tutta, così che nessun fuoco possa scaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi scoperchiassero la testa, so che quella è poesia. È l'unico modo che ho di conoscerla. Ce ne sono altri?
Anche il poeta ha un corpo. Mangia. Invecchia. Anche il poeta è stretto nella sua triste carne.
La poesia è uno scoprire e stabilire convenienze e richiami e concordanze tra il Cielo e la terra e in noi e tra noi.