Il fato non si accontenta di una sola calamità.— Publilio Siro
Il fato non si accontenta di una sola calamità.
Se hai un amico o solo uno che ne porta il nome, te lo chiarirà la sventura.
La perdita di cui non ci si avvede non è una perdita.
Corre meno pericoli colui che, anche se è al sicuro, sta in guardia.
È proprio del saggio temere il nemico, anche se è dappoco.
La paura non ha mai portato nessuno alla vetta.
Non c'è vergogna a protestare contro la cattiva sorte.
Se una serie di eventi può andar male, lo farà nel peggior ordine possibile.
Chiunque sia colui che la sfortuna va cercando, lo trova facilmente.
Vi è un punto di sventura in cui non si è più capaci di sopportare né che essa continui, né di esserne liberati.
Quale uomo si è mai dato la colpa per la propria sfortuna?
Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.
La dolcezza dei buoni, dei vinti, degli inermi. La dolcezza della malasorte accettata senza reclami.
È buffa la fortuna. Magari non ne vedi neanche l'ombra per anni e poi quando meno te l'aspetti, si presenta al tuo vicino di casa.
Non si è mai tanto fortunati o sfortunati quanto s'immagina.
Chi la fortuna ha reso amico, un colpo di sfortuna rende nemico.