L'Europa non è stata una cultura più criminosa di altre, anche se ha commesso più crimini.
L'uomo non può essere definito. Mi preoccupa sempre un po' quando si vuole definire l'uomo. Temo che non lo si possa delimitare, ed è quello che vuol dire "definire". Questo potrebbe essere fatto solo escludendo.
Nel Cristianesimo, l'uomo non è un'idea, è piuttosto un volto.
L'Europa non è solo greca, né solo ebraica, e nemmeno greco-ebraica. È altrettanto decisamente romana. "Atene e Gerusalemme", certo, ma anche Roma.
Gli immigrati dal Nord Africa sono un problema europeo. Ma l'Unione Europea, purtroppo, continua a proporre soluzioni obsolete, che andavano bene in un'altra epoca. L'Europa è da rifondare. Anzitutto nella solidarietà.
Ci sono tre principali gruppi di uomini: selvaggi, barbari inciviliti, europei.
Meglio cinquant'anni d'Europa che un ciclo del Catai.
Lavoriamo perché l'Europa torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone, appunto un luogo della libertà, della fraternità e della pace.
Notiamo che l'incivilimento europeo è frutto di infinite guerre e della larghissima distruzione dei deboli compiuta dai forti; con quelle sofferenze si è comprata la prosperità presente; ciò è bene o è male?
La costruzione dell'Europa è un'arte. È l'arte del possibile.
Con l'Europa non si afferma un'idea di pace, ma di guerra: paesi l'un contro l'altro armati. Io non ce l'ho con la Germania: difende i suoi interessi. Dovremmo farlo tutti.
Dell'Europa percepiamo ancora più limiti che opportunità.
L'origine cristiana dell'Europa è una evidenza storica. Se l'Europa ignora le sue radici cristiane cesserà di essere una civiltà e di essere solo un mercato.
Noi europei non ci siamo indebitati per salvare le banche e poi osservarle da lontano mentre tengono chiusi i rubinetti per l'economia reale.
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