Perché non ho scritto La Divina Commedia? Perché non c'ho pensato.— Roberto Benigni
Perché non ho scritto La Divina Commedia? Perché non c'ho pensato.
Recitare è entrare nel personaggio e uscire, entrare e uscire, avanti e indietro, e non vorrei andare oltre in questa similitudine.
Morire non mi piace per niente. È l'ultima cosa che farò.
E se ci chiudono la porta dei sogni, siamo già morti.
Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi.
Siate felici! E se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità.
Un peluche contro delle spie che controllano la mente... i cattivi non avranno scampo, stavolta.
L'ironia è l'opposto della mediocrità. Non esiste l'«ironia media». L'ironia è, per definizione, speciale. È la capacità di leggere la realtà in modo originale; e di dominarla, invece di farsene dominare.
Per raccontare gli uomini, questi bizzarri animali che fanno ridere e piangere insieme, bastano due sentimenti che in fondo sono due ragionamenti: la pietà e l'ironia.
Chissà, forse se Freud invece di leggere Sofocle avesse letto Pinocchio, avrebbe inventato il complesso di Geppetto.
Dalla mia più tenera età, una freccia di dolore si è piantata nel mio cuore. Finché vi rimane, sono ironico - se la si strappa, muoio.
Prendo il lavoro molto seriamente, ecco perché oso ogni volta che devo doppiare un personaggio. Detto ciò, non sono uno che si prende troppo sul serio.
L'ironia considera ogni semplice verità come una sfida.
In Francia, lo scherzo è re e signore di tutto: si scherza sul patibolo, alla Beresina, sulle barricate, e qualche francese probabilmente scherzerà anche alla grande assise del Giudizio universale.
Ogni passione amorosa è imperfetta se non la illumina lo sguardo ilare, acuto e penetrante della conoscenza.
L'ironia sta zitta in agguato, e spia con occhio mai assonnato, e partecipa indefessa ad ogni scaramuccia.