Le cose più grandi sfolgorano, non spandono luce tenue per anni.— Roberto Vecchioni
Le cose più grandi sfolgorano, non spandono luce tenue per anni.
La misura dell'amore sta nella sua costanza, nella sua lentezza.
I poeti son vecchi signori che mangian le stelle distesi sui prati delle loro ville. E s'inventano zingare e more per farsi credibili agli occhi del mondo col loro dolore.
Ci sono normalità, regole, armonie che nemmeno noti tanto è scontato che ci siano. È l'eccezione, lo sconvolgimento del consueto che ti mette ansia, ti rizza i nervi, ti sbulina l'animo.
Così è la disperazione, come una preghiera senza destinatario.
E' più difficile spostare l'esistenza un po' più giù del cielo e diventare un uomo, per te.
M'illumino d'immenso.
La verità come la luce accieca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti.
I fanali delle strade non ci bastano: noi abbiamo bisogno anche di guardare le stelle.
Tieniti al lato più luminoso del dubbio.
E' ancora colore, non è luce quindi.
Un gallo canta soltanto quando vede la luce. Mettilo nell'oscurità e lui non canterà mai. Io ho visto la luce e sto cantando.
La sostanza della pittura è la luce.
È l'ora in cui le cose perdono la consistenza d'ombra che le ha accompagnate nella notte e riacquistano poco a poco i colori, ma intanto attraversano come un limbo incerto, appena sfiorate e quasi alonate dalla luce: l'ora in cui meno si è sicuri dell'esistenza del mondo.
Stiamo diventando la luce per farla brillare!
È la bellezza un raggio di chiarissima luce che non si può ridir quanto riluce né pur quel ch'ella sia. Chi dipinger desìa il bel con sue parole e i suoi colori, se può dipinga il sol.