Siamo inclini a credere in chi non conosciamo perché non ci ha mai ingannati.
Nessun uomo può assaporare i frutti dell'autunno mentre si sta deliziando il suo olfatto coi fiori della primavera.
L'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio.
Esercita i tuoi talenti, e distingui te stesso, e non pensare di ritirarti dal mondo, fino a quando il mondo non sia dispiaciuto del tuo ritiro.
L'uomo dovrebbe leggere secondo la propria inclinazione, perché quello che legge per dovere non gli servirà a niente.
Credetemi, se un uomo parla delle proprie disgrazie, in esse c'è qualcosa che non gli è sgradevole, perché dove non c'è altro che la pura miseria non c'è mai alcun ricorso alla menzione di essa.
Chi crede non vuole pensare, ma spostare montagne, diventare beato, avere molto: Dio, immortalità, felicità eterna. Forse è per questo che non vuole pensare? Forse non ne è affatto capace? In ogni caso non deve. Spesso non ne ha bisogno, perché altri se ne incaricano per lui.
Gli uomini credono di più ai loro occhi che alle loro orecchie.
Un credo è come una ghigliottina, altrettanto pesante, altrettanto leggero.
Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi.
Se dunque qualcuno vuol conoscere quello che deve credere, deve rendersi conto che non potrà capire di più parlandone, che credendo.
O si crede o non si crede. Il mistero rimane tale e forse un giorno, se esiste, lo sveleremo per intero. Post mortem.
Credere in Dio è più logico e scientifico che credere nel nulla.
Credere significa liberare in se stessi l'indistruttibile, o meglio: liberarsi, o meglio ancora: essere.
Il genere umano crede sempre, non il vero, ma quello che è, o pare che sia, più a proposito suo.