No, non fa male credere, fa molto male credere male.— Giorgio Gaber
No, non fa male credere, fa molto male credere male.
Tra l'avere la sensazione che il mondo sia una cosa poco seria e il muovercisi dentro perfettamente a proprio agio, esiste la stessa differenza che c'è tra l'avere il senso del comico e l'essere ridicoli.
Non si può ancora morire mentre ti agiti inerte. Aggrappati all'ultima azione che ancora puoi fare: non devi fallire la morte.
Libertà è partecipazione.
Bisogna essere prudenti quando ci si ammazza, se no si fanno delle figure!
Un'idea, un concetto, un'idea, finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione.
Quando si crede bisognerebbe lottare per non ridurre Dio a un piccolo idolo domestico.
Chi crede non vuole pensare, ma spostare montagne, diventare beato, avere molto: Dio, immortalità, felicità eterna. Forse è per questo che non vuole pensare? Forse non ne è affatto capace? In ogni caso non deve. Spesso non ne ha bisogno, perché altri se ne incaricano per lui.
Il genere umano crede sempre, non il vero, ma quello che è, o pare che sia, più a proposito suo.
Alcuni affermano di credere tutto quello che la Chiesa crede, ma poi non sanno che cosa la Chiesa crede e quindi è come se non credessero.
Non credo nella durata, credo soltanto negli attimi! E neppure in quelli credo veramente! Credo nell'ebbrezza, poiché so che essa è un inganno infame.
Quando si crede troppo, si rischia tanto quanto si crede troppo poco.
Tutto ciò che è creduto, esiste, e soltanto questo.
Credo sì e no, come uno che ha paura di sperare e che sperando sa di aver paura.
O si pensa o si crede.
Accettare una credenza semplicemente perché essa è costume, significa: essere disonesti, essere vili, essere pigri. E così disonestà, viltà e pigrizia sarebbero i presupposti dell'eticità?