Un credo è come una ghigliottina, altrettanto pesante, altrettanto leggero.
Solo la nostra concezione del tempo ci permette di parlare del Giorno del Giudizio chiamandolo con quel nome; in effetti è un tribunale sommario in seduta perpetua.
Prima non capivo perché la mia domanda non ottenesse risposta, oggi non capisco come potessi credere di poter domandare. Ma io non credevo affatto, domandavo soltanto.
È difficile dire la verità, perchè ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole.
Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. L'amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada.
Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico.
La parola credere è una cosa difficile per me. Io non credo. Devo avere una ragione per certe ipotesi. Anche se conosco una cosa non è detto che debba crederci.
Prima dell'effetto si crede a cause diverse da quelle cui si crede dopo l'effetto.
Credo sì e no, come uno che ha paura di sperare e che sperando sa di aver paura.
Tutto è possibile per chi crede.
Quali terribili sofferenze mi è costata - e mi costa tuttora - questa sete di credere, che tanto più fortemente si fa sentire nella mia anima quanto più forti mi appaiono gli argomenti ad essa contrari!
Non capisco bene perchè gli uomini che credono agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono agli angeli.
Siamo inclini a credere in chi non conosciamo perché non ci ha mai ingannati.
Non credere a nulla, non importa dove l'hai letta o chi l'ha detto, neppure se l'ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
Accettare una credenza semplicemente perché essa è costume, significa: essere disonesti, essere vili, essere pigri. E così disonestà, viltà e pigrizia sarebbero i presupposti dell'eticità?
Lasciate che la gente creda di governare e sarà governata.