Sono nato per un solo cantuccio, la mia patria è il mondo intero.
Le nostre malattie sono nuove, come nuovo è il nostro genere di vita.
La legge del dono fatto da amico ad amico è che l'uno dimentichi presto di aver dato, e l'altro ricordi sempre di aver ricevuto.
Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, e non è morto tardi, ma lentamente.
Per fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi.
Se uno non sa di sbagliare, non vuole correggersi: devi coglierti in fallo, prima di correggerti.
Quando ero più giovane, mi piaceva pensare che il mondo fosse ai miei piedi, che mi dovesse qualcosa. Quando sei giovane, è così che la vedi.
Per cento anni e più il mondo, il nostro mondo, è stato in agonia. E non un uomo, in questi ultimi cento anni, è stato abbastanza pazzo per mettere una bomba nel buco del culo del creato e di farlo saltare in aria.
Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà.
Il mondo stesso è il giudizio universale.
Da' al mondo gli inchini dovuti.
Il mondo è a mal partito, gli uomini non sono come dovrebbero, ma non lasciarti sviare e sii tu il migliore.
Ho portato il mondo sulle mie spalle, e questo mestiere, dopotutto, non lascia che stanchezza.
Stare a questo mondo è una fatica, soprattutto saperci stare.
Al mondo non c'è nulla di stabile, il tumulto è la vostra sola musica.