Vuoi disprezzare il piacere del cibo? Guarda che fine fa.— Lucio Anneo Seneca
Vuoi disprezzare il piacere del cibo? Guarda che fine fa.
Se mi offrissero la saggezza alla condizione di tenerla per me, senza comunicarla a nessuno, non la vorrei.
Soli, saremo migliori.
Ciò che danneggia deve essere più forte di ciò che viene danneggiato; ma la malvagità non è più forte della virtù; il saggio, dunque, non può essere danneggiato.
Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro rafforza il corpo.
La sfrontatezza degli uomini è tale che, sebbene abbiano ricevuto molto, si sentono come offesi, perché avrebbero potuto ricevere di più.
La carne contamina i nostri pasti. Per quanto cerchiamo di nascondercelo, rimane il fatto che il pezzo forte del nostro pranzo ci arriva dal macello grondante di sangue.
Che il tuo cibo sia la tua unica medicina.
Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro.
Non si dovrebbe ritornare al cibo altro che quando lo stomaco chiama con insistenza soccorso.
È proprio di uno stomaco viziato assaggiare molte cose: la varietà di cibi non nutre, intossica.
La lattuga è come la conversazione: deve essere fresca e croccante, e così brillante che a malapena si noti il suo retrogusto amaro.
Cavolo: ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo.
È preferibile un cibo anche un po' nocivo ma gradevole, a un cibo indiscutibilmente sano ma sgradevole.
Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi.