Il sonno e l'estate sono le ultime risorse del vecchio.
C'è un detto popolare: "ha ragione da vendere". Ma se il venditore va al mercato, chi gliela compera? La ragione, ai nostri giorni, è convenientemente squalificata.
Eppure, e forse perciò stesso, soltanto le passioni possono farci veramente conoscere qualcosa di noi. L'odio l'amore, il disgusto, l'umiliazione, soprattutto l'umiliazione. Essa incide spesso in noi un pensiero rigoroso, come un lampo, nella notte, ci rivela le ramificazioni di una foresta.
Poesia, accordo supremo del nostro essere con se medesimo. Far poesia, in fondo, vuol dire senz'altro riconoscersi. Quando la parola è accettata senza reticenze, quando la parola non forza nulla, e le basta lasciarsi dire.
Non sgomentarsi dei nostri sbagli, delle trappole in cui incappiamo. Non sono mai insuperabili. Lasciarsi condurre per mano dalla vita.
Il tempo va, passano le ore e finalmente faremo l'amore solo una volta o tutta la vita speriamo prima che l'estate sia finita.
L'estate era alle porte e mia sorella alla finestra.
Il riposo non è ozio, e giacere qualche volta sull'erba in un giorno d'estate ascoltando il mormorio dell'acqua, o guardando le nuvole fluttuare nel cielo, è difficilmente uno spreco di tempo.
Non basterà Settembre per dimenticare il mare di cose che ci siamo detti, non siamo quegli amori che consumano l'estate, che promettono una mezza verità.
È un chiaro segno dell'estate se la sedia si alza insieme a te.
Era una di quelle domeniche di mezza estate in cui tutti se ne stanno seduti e continuano a ripetere: Ho bevuto troppo ieri sera.
Mi sono preso una cotta formidabile. Fra fuochi e chitarre, in riva al mare e dentro un sacco a pelo. Perché tutti, una volta nella vita, abbiamo diritto di credere che le canzoni dell'estate siano state scritte apposta per noi.
In estate gli attori preferiscono recitare all'aperto, perché gli spettatori, a causa delle zanzare, sono sempre costretti a battere le mani.
L'estate è una stagione che si presta alla commedia. Perché? Non lo so. Ma lo è.
Non dite che siamo pochie l'impegno è grande per noi.Dite forse che due ciuffi di nubisono pochi in un angolo di cielo d'estate?In un momento si stendono ovunque...guizzano i lampi, scoppiano i tuonie piove su tutto.Non dite che siamo pochi.Dite che siamo.
La vecchiaia è l'età della discrezione.
La vecchiaia, quando è degna di questo nome, dovrebbe portare il meglio.
Invecchiare. Che orrore!..diceva mio padre. Ma è l'unico modo che ho trovato per non morire giovane.
Più si invecchia, meno quel che si vede, si fa e si vive lascia traccia nello spirito: non fa più alcuna impressione, siamo ormai insensibili.
Non diventerò vecchio: io sono come una stella cadente.
Uno dei segni che cominciamo a non essere più giovani è il nascere di un senso di solidarietà con gli altri esseri umani.
Si comincia a invecchiare quando tutto diventa déja vu, anche quello che non si è mai visto.
I vecchi sono eunuchi del tempo.
Non c'è nulla di meglio di una vecchiaia piena di grazia.
Un vecchio è qualcuno che ha molti morti dietro di sé.
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