Guai della vecchiaia: non potere sollevare un fuscello senza sentirsi morire.
Non sgomentarsi dei nostri sbagli, delle trappole in cui incappiamo. Non sono mai insuperabili. Lasciarsi condurre per mano dalla vita.
Far poesia vuol dire riconoscersi.
Eppure, e forse perciò stesso, soltanto le passioni possono farci veramente conoscere qualcosa di noi. L'odio l'amore, il disgusto, l'umiliazione, soprattutto l'umiliazione. Essa incide spesso in noi un pensiero rigoroso, come un lampo, nella notte, ci rivela le ramificazioni di una foresta.
Poesia, accordo supremo del nostro essere con se medesimo. Far poesia, in fondo, vuol dire senz'altro riconoscersi. Quando la parola è accettata senza reticenze, quando la parola non forza nulla, e le basta lasciarsi dire.
La tragedia della vecchiaia non è di essere già vecchi, ma di essere ancora giovani.
Sei vecchio quando non riesci ad afferrare le novità in quello che ritorna.
Soltanto chi non ha più curiosità di imparare è vecchio.
L'unica consolazione della vecchiaia è che hai tante cose da raccontare. Se trovi chi te le ascolta.
La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandone gli appetiti, e porta seco tutti i dolori.
Ogni vecchio si vede come una somma di astuzie riuscite. Ogni giovane si sente l'origine del mondo.
A settant'anni è più sano avere delle donne nella memoria che sulle ginocchia.
Un uomo non è vecchio finché è alla ricerca di qualcosa.
La vecchiaia, quando è degna di questo nome, dovrebbe portare il meglio.
Uno dei pochi vantaggi che riconosco al fatto di invecchiare consiste nella possibilità di gettar la maschera in ogni cosa.