Guai della vecchiaia: non potere sollevare un fuscello senza sentirsi morire.— Sergio Solmi
Guai della vecchiaia: non potere sollevare un fuscello senza sentirsi morire.
Sospetto che l'erezione della statua alla Dea Ragione coincida con l'inaugurazione della ghigliottina.
L'idea vive tutta nello sforzo che facciamo per intenderla, vive cioè quando non esiste ancora. Perciò in ogni idea persistono sempre zone d'ombra, irresolute. L'idea perfettamente chiara, perfettamente compresa, è un'idea morta.
Eppure, e forse perciò stesso, soltanto le passioni possono farci veramente conoscere qualcosa di noi. L'odio l'amore, il disgusto, l'umiliazione, soprattutto l'umiliazione. Essa incide spesso in noi un pensiero rigoroso, come un lampo, nella notte, ci rivela le ramificazioni di una foresta.
Non sgomentarsi dei nostri sbagli, delle trappole in cui incappiamo. Non sono mai insuperabili. Lasciarsi condurre per mano dalla vita.
Far poesia vuol dire riconoscersi.
Non c'è nulla di meglio di una vecchiaia piena di grazia.
Essere vecchi è estremamente impopolare. Non ci si rende conto che il "non poter invecchiare" è cosa da deficienti, come lo è il non poter uscire dall'infanzia.
I vecchi sono eunuchi del tempo.
Quanto più un uomo invecchia, tanto più si riavvicina alla fanciullezza, finché lascia questo mondo in tutto come un bambino al di là del tedio della vita e al di là del senso della morte.
No. È il grande inganno, la saggezza dei vecchi. Non diventano saggi. Diventano attenti.
Si invecchia per lasciare il mondo con meno dolore.
In fondo la vecchiaia non è altro che il castigo di essere ancora vivi.
Sei vecchio quando non riesci ad afferrare le novità in quello che ritorna.
Ho capito di essere invecchiato quando al mio compleanno tutti gli invitati si sono messi intorno alla torta per scaldarsi le mani.
Capisci che stai invecchiando quando le candeline costano più della torta.