Imparare è un piacere raro, mentre studiare è spesso fonte di oppressione, inquietudini e malattie. Si direbbe che lo studio abbia come scopo di creare negli esseri umani una repulsione definitiva per ogni forma di sapere.
Da oltre mezzo secolo i bambini, i ragazzi e i giovani vengono obbligati a starsene seduti, tra scuola e compiti, circa otto ore al giorno, e che, alla fine dei loro corsi di studi, a qualsiasi domanda culturale, il loro sguardo vaga smarrito o si esprime in un "boh!".
Nel periodo di ferie, milioni di persone sono obbligate a divertirsi, così come nel resto dell'anno sono obbligate a lavorare senza tregua, a sognare di trovare un lavoro o a guarire dai guasti e dalle malattie, causate da un'attività lavorativa coatta e quotidiana.
Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l'occasione della vita.
La tenerezza vissuta senza sessualità e amore produce ipocrisia, la sessualità priva di tenerezza e amore produce pornografia e l'amore, privo di sessualità e tenerezza produce misticismo.
Chi impara, ma non pensa, è perduto. Chi pensa, ma non impara, è in pericolo.
È meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente.
Imparo sempre molto dagli altri, soprattutto dalle persone che detesto.
Chi trascura di imparare in giovinezza perde il passato ed è morto per il futuro.
I popoli imparano più da una sconfitta, che non i re dal trionfo.
Si imparano un sacco di cose, avendo la pazienza di farlo.
Non ho mai imparato di più che in quelle lunghe giornate, forse per un testimone in apparenza vuote, e in cui osservavo il mio cuore novizio come un arricchito osserva i propri gesti a tavola.
Imparare significa scoprire quello che già sai.
Impara a ubbidire e imparerai a comandare.
Io sono sempre pronto ad imparare, sebbene non sempre gradisca che altri mi insegnino.
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