Ogni dolore che non distacca è dolore perduto.
Non è forse la massima sventura, quando si lotta contro Dio, quella di non essere vinto?
I beni più preziosi non devono essere cercati ma attesi. L'uomo, infatti, non può trovarli con le sue sole forze, e se si mette a cercarli troverà al loro posto dei falsi beni di cui non saprà neppure riconoscere la falsità.
Essere perfettamente obbedienti significa essere perfetti come è perfetto il nostro padre celeste.
Il disprezzo è l'opposto dell'attenzione.
Non può aver luogo la coesione se non tra una piccola quantità di uomini. Oltre questa soglia, si dà solo giustapposizione di individui, ossia debolezza.
Tu puoi tenerti lontano dai dolori del mondo, sei libero di farlo e risponde alla tua natura, ma forse proprio questa tua astensione è l'unico dolore che potresti evitare.
Se lo scopo prossimo e immediato della nostra vita non è il dolore, allora la nostra esistenza è la cosa più contraria allo scopo del mondo.
Il dolore e il piacere si alternano come la luce e l'ombra.
L'uomo dovrebbe imparare ad affrontare il dolore perché non è tutto da gettare via. C'è un dolore che tormenta e uno che matura. Un dolore che distrugge e un altro che avvisa per tempo di ciò che occorre fare.
Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna.
Anche il dolore è una medicina.
Non ci consoliamo dai dolori, semplicemente ce ne distraiamo.
Nulla ci rende così grandi come un grande dolore.
Chi sradicasse la conoscenza del dolore estirperebbe anche la conoscenza del piacere e in fin dei conti annienterebbe l'uomo.
Più parole potenti e azioni generose ha ispirate il dolore agli uomini, che la gioia.