Ma che paese è questo dove gli unici che hanno ancora qualche speranza vengono chiamati disperati?— Stefano Benni
Ma che paese è questo dove gli unici che hanno ancora qualche speranza vengono chiamati disperati?
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.
Ci sono cose che sono rare e preziose, e lo resteranno. Ad esempio, i tuoi amici. Vai da loro, e vedrai che non sono cambiati.
Quando uno non distingue più i banditi dagli sceriffi vuol dire che è nella merda.
Quando una donna ti fa cambiare vita è roba da ridere, ma quando ti fa cambiare la squadra di calcio del cuore, la situazione è seria.
Non sono ubriaco: sono leggermente euforico per l'ingestione di piccole quantità etiliche.
La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
La disperazione non serve a nulla quando la realtà offre ancora margini di speranza. La disperazione non è che una forma di negazione, che spinge all'inerzia. Non c'è tempo per disperarci.
Non disperare. Ogni sconfitta getta i semi della vittoria.
Solo uno spirito disperato può raggiungere la serenità, e per essere disperati bisogna aver molto vissuto e amare ancora il mondo.
Oggigiorno gli uomini conducono vite di rumorosa disperazione.
Come ci farebbe disperare la visione di un mondo esterno così freddo, così privo di vita, se dentro di noi non si sviluppasse una forza creatrice che rende bella la natura rendendo belli anche noi.
L'umanità si trova oggi ad un bivio: una via conduce alla disperazione, l'altra all'estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene.
La forza e la debolezza dei dittatori è quella di aver fatto un patto con la disperazione della gente.
Chi si trova nella desolazione si sforzi di conservare la pazienza, che si oppone alle sofferenze che patisce; e pensi che presto sarà consolato, se si impegna con ogni diligenza contro quella desolazione.
Quando le cose ti vanno bene, non essere superbo; quando ti vanno male, non avvilirti.