La lettura è il centro creativo della vita di uno scrittore.
La politica cambia sempre. Le storie inventate mai.
Quando qualcuno ti offre un assegno in bianco, non lo devi mai e poi mai incassare. Non era un concetto che avevo elaborato. Certe volte una verità scavalca il cervello e giunge direttamente dal cuore.
La collera è la più inutile delle emozioni. Distruttiva per la mente e dolorosa per il cuore.
Leggiamo per assaggiare la mediocrità e sentirci una schifezza; è un'esperienza che ci aiuta a riconoscere l'orrore quando comincia ad affiorare nel nostro lavoro, e a starne alla larga. Leggiamo anche per misurarci con la grandezza e il talento, per farci un'idea di tutto ciò che si può fare.
Non conta a quanti si riesca a sopravvivere. Arriva il momento in cui viene a mancare la volontà.
Quando viaggio mi piace avere qualcosa di interessante da leggere, per questo porto sempre con me il mio diario.
Leggere è un'attività successiva a quella di scrivere: più rassegnata, più civile, più intellettuale.
Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
Bisognerebbe leggere tutto. Più della metà della cultura moderna dipende da ciò che non si dovrebbe leggere.
Ogni lettura è un atto di resistenza. Di resistenza a cosa? A tutte le contingenze.
Un lettore professionista è in primo luogo chi sa quali libri non leggere.
La lettura è un atto necessariamente individuale molto più bello dello scrivere.
Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto. E ormai non sono più gli autori ad allontanarci dai loro libri, ma i loro lettori.
Ci sono effettivamente molti che leggono per non dover pensare.
Gli infaticabili lettori di libri sono come gli eterni copisti di quadri che, quando provano a dipingere qualcosa di originale, trovano che manca loro l'occhio veloce, la mano sicura e i colori brillanti, e perciò non riescono a riprodurre le forme viventi della natura.