Nei migliori dei casi uno regala quello che gli piacerebbe per sé, ma di qualità lievemente inferiore.
Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie.
La felicità è come la verità: non la si ha, ci si è. Per questo nessuno che sia felice può sapere di esserlo. Per vedere la felicità, ne dovrebbe uscire. L'unico rapporto fra coscienza e felicità è la gratitudine.
Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.
L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.
Non c'è correzione, per quanto marginale o insignificante, che non valga la pena di effettuare. Di cento correzioni, ognuna può sembrare meschina e pedante; insieme, possono determinare un nuovo livello del testo.
I regali fatti agli amici non sono preda del fato: avrai soltanto le ricchezze che hai donato.
Certamente nemmeno il destinatario di un dono può esserne soddisfatto se chi lo concede sa di poterlo riprendere quando vuole.
Il dono, il vero dono è così: annientarsi sino all'ultima favilla.
Amare, non è donare qualche cosa, ma soprattutto donare qualcuno. Tu amerai se ti donerai o se ti unirai interamente ai tuoi doni, anche i più materiali.
Tutto ciò che non viene donato va perduto.
Secondo una coscienza messa sull'avviso, nessun dono dovrebbe essere offerto come spettacolo. Non appena è offerto allo sguardo, il dono diventa precario e sospetto.
Perciò mi sembra che si debba coltivare l'arte del regalare anche alle cose belle che ci sono vicine e abituali, l'amore e la venerazione che riserviamo a quelle lontane e remote.
Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono per questo di avere diritto alla nostra. Ciò è un errore: coi regali non si acquistano diritti. La familiarità del superiore irrita, perché non può essere ricambiata.
Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!
La generosità consiste nel dare più di quel che si potrebbe, l'orgoglio nel prendere meno di quanto si avrebbe bisogno.
Sai cos'è l'amore? È tutta gentilezza, generosità.
In qualche modo questa guerra ha costituito un grande laboratorio in cui sperimentare il coraggio e la generosità di alcuni, e la preoccupazione, la paura, il silenzio e la responsabilità di altri.
Sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina.
Con la mancanza di collera si vinca la collera. Con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l'avarizia. Con la verità si vinca il menzognero.
La generosità si misura quando è più difficile.
Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare.
La generosità non è spesso che l'aspetto interore che prendono i nostri sentimenti egoistici quando non li abbiamo ancora nominati e classificati.
Al mondo non sempre i buoni e i generosi hanno la ricompensa che si meritano.
Cerco di non parlare di tutte le associazioni di beneficenza e le persone che aiuto, perché credo che possiamo essere veramente generosi solo quando non ci aspettiamo nulla in cambio.
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