Ho appena fatto un giro per il mondo e me ne sono fatto un'opinione molto scarsa.— Thomas Beecham
Ho appena fatto un giro per il mondo e me ne sono fatto un'opinione molto scarsa.
I compositori dovrebbero scrivere melodie che autisti e fattorini possano fischiettare.
Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente perché l'anima non abbia radici! Andare avanti, inseguire l'assenza di avere un fine e dell'ansia di raggiungerlo.
Il guaio di questi viaggi lunghi è che si finisce con il parlare con se stessi moltissimo.
La carta geografica, insomma, anche se statica, presuppone un'idea narrativa, è concepita in funzione d'un itinerario, è un'Odissea.
L'ordine e l'armonia dell'Occidente esigono l'eliminazione di una massa enorme di sottoprodotti malefici di cui la terra è oggi infetta. Ciò che per prima cosa ci mostrate, o viaggi, è la nostra sozzura gettata sul volto dell'umanità.
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Il viaggio è un sentimento, non soltanto un fatto.
A quelli che sono rimasti a casa potrete sempre mentire, tanto non amano la verità, non vogliono conoscerla, preferiscono credere che, prima o poi, anch'essi vi raggiungeranno.
Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.
Cambiano cielo, non animo, coloro che corrono al di là del mare.
Quando si è in viaggio, ricordate che un paese straniero non è progettato per farvi stare comodo. È stato progettato per rendere comodo il proprio popolo.