Fa un cattivo servigio al mendicante chi gli dà da bere e da mangiare.
In una mano porta una pietra, mentre nell'altra mostra il pane.
L'amore dà amarezza.
Niente è più amichevole di un amico in difficoltà.
Il miglior amico è quello più vecchio possibile.
La pazienza è il miglior rimedio per ogni guaio.
L'elemosina individuale stabilisce legami preziosi tra il ricco e il povero.
Bisogna fare soltanto elemosine anonime. Hanno il grande vantaggio di sopprimere l'ingratitudine.
La preghiera, il digiuno e l'elemosina comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
La religione cattolica è un'istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina.
In materia d'elemosina, bisogna chiudere la bocca e aprire il cuore.
L'elemosina deprava sia colui che dà, e sia colui che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché non fa che rafforzare la mendicità.
Se tutte le elemosine fossero concesse soltanto per compassione, i mendicanti sarebbero tutti morti di fame. La più grande dispensatrice di elemosine è la vigliaccheria.
La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l'elemosina.
Diffido dell'elemosina che non costa e che non duole.
La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.
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