Il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare.— Tiziano Terzani
Il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare.
Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento.
I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.
L'essere lontano mi faceva sentire a casa.
Libero dalla routine di tutti i giorni, senza alcun dovere tranne quello con la propria coscienza, la mente si acquieta, riaffiorano pensieri inutili, pensieri piacevoli, impressioni sconnesse e al fondo una grande gioia.
Le persone viaggiano verso posti lontani per osservare, affascinati, persone che normalmente ignorano a casa.
I luoghi puoi capirli solamente se ci dormi e se cerchi di captare la voce che rilasciano col buio.
Viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo...
Solo chi si muove apprezza le soste e non conosce la noia.
Non si viaggia per viaggiare, ma per aver viaggiato.
Ho attraversato mari, ho lasciato dietro di me città, ho seguito le sorgenti dei fiumi e mi sono immerso nelle foreste. Non ho mai potuto tornare indietro, esattamente come un disco non può girare al contrario. E tutto ciò a cosa mi stava conducendo? A questo preciso istante.
Qualunque viaggio non vale nemmeno i soldi del biglietto se non ci si mette nelle condizioni di percepire le relazioni nascoste sotto la superficie delle cose.
Il cambiamento è l'unica cosa che rende la vita degna di essere vissuta. Non parcheggiare mai la tua vita a una scrivania. Quello che segue sono ulcere e problemi cardiaci.
Ha senso che un australiano viaggi in India per incontrare altri australiani?
Grazie al sistema autostradale interstatale, è ora possibile viaggiare da costa a costa senza vedere niente.