Il tragico è l'elemento costitutivo dell'uomo.
La filosofia non è un "sapere", ma un "atteggiamento". L'atteggiamento di chi non smette di fare domande e di porre in questione tutte le risposte che sembrano definitive.
E' possibile dire che sia la scienza, sia l'utopia, sia la rivoluzione sono animate da una visione del tempo e della storia profondamente religiosa, dove alla fine si realizza ciò che all'inizio era stato annunciato.
Con la tecnica gli uomini possono ottenere da sé quello che un tempo chiedevano agli dèi.
La bellezza della vita è proprio nella sua imperscrutabilità, è nel gioco indicato dai suoi enigmi che non si concedono a facili soluzioni.
A questo mondo ci sono due sole tragedie: una è non ottenere quello che si vuole, l'altra è ottenerlo. La seconda è molto peggiore; la seconda sì è una vera tragedia!
Una tragedia perfetta è il più nobile prodotto della natura umana.
Partecipiamo ad una tragedia, una commedia che solo noi siamo in grado di osservare.
A misura che avanziamo nel tragico, il senso del tragico diminuisce.
In questo mondo ci sono soltanto due tragedie. Una, non ottenere ciò che si desidera; l'altra, ottenerla.
La tragedia consiste in questo: che l'albero non si piega ma si spezza.
Ci sono due tragedie nella vita. Una è perdere ciò che è il più caro desiderio del nostro cuore; l'altra è ottenerlo.
Il mondo rise sempre delle sue tragedie, perché non vi era altro mezzo per sopportarle. Di conseguenza, quelle questioni che il mondo ha trattato seriamente, appartengono al lato comico della vita.
La tragedia della vita è ciò che muore dentro un uomo, mentr'egli è ancora vivo.