Il tragico è l'elemento costitutivo dell'uomo.— Umberto Galimberti
Il tragico è l'elemento costitutivo dell'uomo.
I libri non servono per sapere ma per pensare, e pensare significa sottrarsi all'adesione acritica per aprirsi alla domanda, significa interrogare le cose al di là del loro significato abituale reso stabile dalla pigrizia dell'abitudine.
L'ipocondria è una preoccupazione immotivata per le proprie condizioni di salute, accompagnata da disturbi fisici e stati di angoscia e depressione.
Dal sacro l'uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto come lo si può essere nei confronti dell'origine da cui un giorno ci si è emancipati.
È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo.
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.
Abbiamo l'abitudine di parlare come se le tragedie si svolgessero nel vuoto: ma chi le condiziona è lo sfondo.
Il mondo rise sempre delle sue tragedie, perché non vi era altro mezzo per sopportarle. Di conseguenza, quelle questioni che il mondo ha trattato seriamente, appartengono al lato comico della vita.
La tragedia della vita è ciò che muore dentro un uomo, mentr'egli è ancora vivo.
La tragedia consiste in questo: che l'albero non si piega ma si spezza.
Ci sono due tragedie nella vita. Una è perdere ciò che è il più caro desiderio del nostro cuore; l'altra è ottenerlo.
In questo mondo ci sono soltanto due tragedie. Una, non ottenere ciò che si desidera; l'altra, ottenerla.
Vi è qualcosa di infinitamente meschino nelle tragedie degli altri.
A questo mondo ci sono due sole tragedie: una è non ottenere quello che si vuole, l'altra è ottenerlo. La seconda è molto peggiore; la seconda sì è una vera tragedia!
Una tragedia perfetta è il più nobile prodotto della natura umana.