L'ignoranza è una fantasticheria e la fantasticheria curiosa è una forza.— Victor Hugo
L'ignoranza è una fantasticheria e la fantasticheria curiosa è una forza.
La disperazione è un contabile. Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge. Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi. Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo. Vuole sapere come regolarsi con il destino. Ragiona, pesa e calcola.
Le città al pari delle foreste, hanno antri in cui si nasconde tutto ciò che esse hanno di più cattivo e di più terribile. Solo che, nella città, ciò che si nasconde così è feroce, immondo e misero, cioè brutto; nelle foreste, ciò che si nasconde è feroce, selvaggio e grande, cioè bello.
Non è possibile ammirare un capolavoro senza provare nello stesso tempo una certa stima di sé.
Le disillusioni si allentano come l'arco, con una forza sinistra, e scoccano l'uomo, questa freccia, verso il vero.
La malinconia è la felicità di essere triste.
Il passato è passato, ma il presente, da cui dipende strettamente il futuro, non può essere ignorato. Quest'ignoranza rappresenta un vero pericolo.
Come dice il poeta, scusate se la mia ignoranza è minore della vostra.
L'ignoranza è un vizio.
La nostra conoscenza può essere solo finita, mentre la nostra ignoranza deve essere necessariamente infinita.
La mia ignoranza è finita verso i tre o i quattro anni e certe volte ne sento la mancanza.
L'ignoranza non deve impoverirsi con il sapere. Per ogni risposta deve saltare fuori, lontano e apparentemente non in rapporto con essa una domanda che prima dormiva appiattata. Chi ha molte risposte deve avere ancor più domande.
C'è un genere di semplicità che meglio sarebbe chiamare ignoranza. Essa consiste nel non sapere neppure che cosa sia rettitudine.
Sono conscio dello stato della mia ignoranza e pronto a imparare da chiunque, indipendentemente dalla sua qualifica.
Solo i grandi sapienti ed i grandi ignoranti sono immutabili.
È solo l'ignoranza a creare mostri o spauracchi: i nostri reali conoscenti sono tutti persone molto comuni.