Com'è simile la parola amarezza alla parola amore.

Vinicio Capossela
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La nostra interpretazione

L’accostamento tra i due termini sottolinea quanto sia sottile il confine tra la gioia e il dolore nelle relazioni affettive. Una sola variazione di suono separa ciò che promette pienezza e calore da ciò che invece evoca disagio, delusione e ferite interiori. L’esperienza emotiva, soprattutto quando coinvolge sentimenti intensi, si muove spesso in questo spazio minimo, dove ciò che un tempo era fonte di felicità può trasformarsi in qualcosa che pesa, brucia e lascia un retrogusto difficile da eliminare. Il gioco di somiglianza tra le parole mette in luce anche la fragilità del sentimento: basta poco perché un legame, un sogno, un’aspettativa si incrinino e lascino posto a risentimento, rimpianto o nostalgia. Allo stesso tempo emerge l’idea che l’intensità con cui si ama è la stessa che rende possibile una sofferenza altrettanto intensa. Non esiste profondità di coinvolgimento senza il rischio di una trasformazione dolorosa. La vicinanza linguistica diventa così una metafora della vicinanza emotiva tra esaltazione e disincanto, tra promessa e ferita, come se le due dimensioni fossero, in fondo, inseparabili e continuamente pronte a scivolare l’una nell’altra.

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