Io conosco la gente, cambia in un giorno. Elargisce con la stessa generosità il suo odio e il suo amore.
— Voltaire
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La nostra interpretazione
L’osservazione mette in luce quanto siano instabili e contraddittori i sentimenti umani. Le persone possono cambiare rapidamente atteggiamento, passando dall’affetto all’ostilità quasi senza transizione. Non esiste una garanzia di coerenza nelle emozioni: ciò che oggi viene donato con trasporto, domani può essere ritirato con la stessa intensità, ma di segno opposto. Questo rivela una certa fragilità dei legami, che non sempre nascono da una scelta profonda e consapevole, ma spesso da impulsi momentanei, passioni, risentimenti o convenienze del momento.
La generosità con cui vengono dispensati sia amore che odio suggerisce anche una tendenza all’eccesso: gli esseri umani non misurano sempre la portata dei propri sentimenti, li riversano sugli altri senza filtri, a volte senza pensarne le conseguenze. In questo modo, l’affetto può trasformarsi in arma, così come il rancore può nascere proprio dalle aspettative create dall’amore precedente.
Emergono due idee: la difficoltà di fidarsi della stabilità emotiva degli altri e il rischio di idealizzare i sentimenti come qualcosa di permanente. L’amore, se non radicato in una maturità interiore, può essere tanto intenso quanto effimero, e l’odio che segue può risultare altrettanto assoluto. Da qui nasce un invito implicito alla prudenza nel valutare le persone, a non farsi abbagliare dalla forza momentanea delle loro manifestazioni emotive e a riconoscere la mutevolezza che abita il cuore umano.
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