Non si è mai disputato se c'è luce a mezzogiorno.
Il superfluo, cosa quanto mai necessaria.
La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille.
Spesso la disperazione ha vinto le battaglie.
A vergogna degli uomini, si sa che le leggi del gioco sono le sole che dappertutto siano giuste, chiare, inviolabili e osservate.
Ogni setta, di qualunque genere sia, e' uno schieramento del dubbio e dell'errore.
La fede, credenza cieca che serve da fondamento a tutte le religioni, non è che fonte di errori, illusioni, imposture.
La Bibbia è letteratura, non dogma.
La religione è l'oppio dei popoli.
Le religioni sono affari per la plebe, io ho bisogno di lavarmi le mani dopo il contatto con uomini religiosi.
Ogni moralità trae la sua origine dalla religione, perché la religione è soltanto la formula della moralità.
Le religioni sono come le lucciole: per risplendere esse hanno bisogno dell'oscurità.
Alleandosi a un potere politico, la religione aumenta il suo potere su alcuni uomini, ma perde la speranza di regnare su tutti.
Il senso del culto religioso è di influenzare e di esorcizzare la natura a vantaggio dell'uomo, cioè di imprimerle delle leggi che essa di per sé non possiede; mentre nel nostro tempo si vogliono conoscere le leggi della natura per adattarsi a esse.
Niente è più specifico all'uomo della capacità di religione e del senso di una divinità.
Il brahmanesimo e il buddhismo hanno come caratteri fondamentali l'idealismo e il pessimismo: giacché riconoscono al mondo soltanto un'esistenza che somiglia al sogno e considerano la vita come una conseguenza della nostra colpa.