Quando indago la gloria conseguita dagli eroi, e le vittorie dei grandi generali, non invidio i generali.— Walt Whitman
Quando indago la gloria conseguita dagli eroi, e le vittorie dei grandi generali, non invidio i generali.
Una grande città è quella che ha gli uomini e le donne più grandi.
Lascia che l'anima rimanga fiera e composta di fronte ad un milione di universi.
Nulla dura quanto le qualità personali.
I grandi poeti si fanno conoscere per l'assenza di artifizi e si giustificano in virtù di un perfetto candore. Ogni colpa può venir perdonata a colui che possiede candore perfetto.
Fra i rumori della folla ce ne stiamo noi due, felici di essere insieme, parlando piano, forse nemmeno una parola.
Io ho un problema con gli eroi in generale: non mi piacciono. Non amo l'eroe buono, positivo, nemmeno quello mitologico che incarna in sé la morale, la giustezza della vita.
Ogni eroe finisce per annoiare.
Sorte miserabile quella dell'eroe che non muore, dell'eroe che sopravvive a se stesso.
Gli eroi sono più inclini all'autocitazione che all'autocritica.
I veri eroi sono quelli che ogni giorno si alzano dal letto e affrontano la vita anche se gli hanno rubato i sogni e il futuro. Quelli che alzano la saracinesca di un bar o di un'officina, che vanno in un ufficio, in una fabbrica. Che non lottano per la gloria o per la fama, ma per la sopravvivenza.
L'imbecille finisce dove comincia l'eroe.
I veri eroi non sono mai perfetti come le leggende che li circondano.
Amiamo l'eloquenza fine a se stessa, e non per la verità o per l'eroismo che può suscitare.
L'eroe è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco.
Ogni vero eroe sa portare il peso dei colpi che subisce.