Dove non c'è l'uomo la natura è sterile.
La follia è il mantello della furfanteria.
A l'uccello, il nido;al ragno, la sua tela;a l'uomo, l'amicizia.
Il verme tagliato perdona l'aratro.
Nessun uccello sale troppo in alto se non con le sue ali.
L'aquila non perse mai tanto tempo come quando si sottomise a imparare dal corvo.
Non si dica più "ha mentito, è umano; ha rubato, è umano". Questo non è il vero essere umani. Essere umani vuol dire esseri generosi, volere la giustizia, la prudenza, la saggezza, essere a immagine di Dio.
La storia umana di ogni epoca è rossa di sangue, avvelenata di odio e macchiata di crudeltà, ma è solo dai tempi della Bibbia che queste caratteristiche non hanno avuto limiti.
L'inerzia chiamasi rassegnazione, e poiché non si sente più l'amor di patria, si parla di umanità.
Il genere umano e, dal solo individuo in fuori, qualunque minima porzione di esso, si divide in due parti: gli uni usano prepotenza, gli altri la soffrono.
L'umanità concreta appare dolorosamente difforme rispetto all'umanità ideale, l'umanità concreta a volte non agisce con umanità. Da ciò avvertiamo che essere veramente uomini è più dell'essere uomini come normalmente si è.
L'essere umano appare come una macchia ignominiosa nella natura.
L'umanità è divisa in ricchi e poveri, in proprietari e sfruttati, ed astrarre noi stessi da questa divisione fondamentale; e dall'antagonismo tra poveri e ricchi significa astrarsi da fatti fondamentali.
L'uomo, da quando esiste, non ha fatto altro che correggere il mondo, cioè tutto ciò che Dio aveva creato e secondo il Genesi considerava buono.
Non pensare che io scherzi o che parli per immagini se considero tutti gli uomini che sono fissati su qualcosa di superiore e sono l'enorme maggioranza, quasi tutta l'umanità completamente matti, matti da manicomio.