La riflessione rende gli uomini codardi.
Le persone che non hanno un'istruzione hanno un'inventiva esuberante, e sono senz'altro libere dai pregiudizi.
Seppure il mondo non servisse a nient'altro, sarebbe un buon soggetto di meditazione.
Non facciamo bene niente finché non smettiamo di pensare al modo di farlo.
Coloro i quali hanno meno fiducia in se stessi, sono i più invidiosi.
Quello che gli uomini comprendono veramente è limitato a un raggio molto breve: ai loro affari e alle cose di esperienza giornaliera, a ciò che hanno l'opportunità di conoscere, e ragioni concrete per studiare o mettere in pratica. Tutto il resto è affettazione e impostura.
Stare a riflettere e scervellarsi conta poco, perché poi si fa ciò che si pensa, ma ogni passo, in fondo, è senza riflessione, così come lo vuole il cuore.
Contentiamoci di far riflettere, non cerchiamo di convincere.
Rifletti, prima di agire, per non fare cose insensate.
Sono convinto che la riflessione aumenti la paura.
La riflessione degli uomini che credono alla magia e ai miracoli mira a imporre una legge alla natura: e, detto in breve, il culto religioso è il prodotto di questa riflessione.
A forza di riflettere, si finisce per arrivare a una conclusione. A forza di giungere a una conclusione, succede che si prende una decisione. E una volta presa la decisione, succede che si agisce per davvero.
L'abitudine di riflettere profondamente è, sono costretto a dirlo, la più perniciosa fra tutte le abitudini prese dall'uomo civile.
Una pipa dà al saggio il tempo per riflettere, all'idiota qualcosa da mettere in bocca.
Nulla riesce tanto fatale alla individualità quanto la riflessione.