È meglio, senza dubbio, amare saggiamente; ma amare scioccamente è meglio che non poter amare affatto.
— William Makepeace Thackeray
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La nostra interpretazione
Il messaggio mette al centro il valore dell’amore come esperienza essenziale dell’esistenza umana, anche quando è imperfetto, ingenuo o irrazionale. L’essere umano, secondo questa visione, è chiamato a correre il rischio di esporsi, di sbagliare, di soffrire, pur di non restare emotivamente anestetizzato. L’errore, l’esagerazione, la mancanza di misura nel sentimento diventano quasi un prezzo accettabile, se confrontati con il vuoto di chi non sa o non può provare affetto. Si afferma che la saggezza è auspicabile, certo, ma non al punto da paralizzare il cuore, da trasformare la prudenza in incapacità di sentire. L’amore, anche quando appare “sciocco”, conserva una sua dignità perché testimonia vitalità interiore, capacità di dono, desiderio di legame. Meglio una passione imperfetta che una freddezza perfettamente controllata. In questa prospettiva, la vulnerabilità non è un difetto da estirpare, ma la porta d’accesso alla pienezza emotiva. Chi ama, pur rischiando di sbagliare, vive comunque più intensamente di chi rimane al riparo da ogni coinvolgimento, rinunciando alla possibilità stessa di trasformarsi attraverso l’incontro con l’altro.
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