La civiltà è una malattia che è quasi sempre fatale.— William Ralph Inge
La civiltà è una malattia che è quasi sempre fatale.
Ci sono due tipi di sciocchi; gli uni dicono: "Questo è vecchio, quindi è buono", gli altri dicono: "Questo è nuovo, quindi è meglio".
La preoccupazione è l'interesse che si paga su un guaio prima che esso arrivi.
È inutile per la pecora essere a favore del vegetarianismo mentre il lupo continua ad avere un'opinione diversa.
Il momento adatto per influenzare il carattere di un bambino è all'incirca cento anni prima della sua nascita.
Molti pensano di essere attratti da Dio, o dalla Natura, quando sono soltanto rifiutati dagli uomini.
Nell'uomo civile moderno convivono un bimbo, un selvaggio e una bestia.
Il grado di civiltà di una nazione è misurato dal suo disprezzo per le necessità dell'esistenza.
Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.
Per prima cosa fu necessario civilizzare l'uomo in rapporto all'uomo. Ora è necessario civilizzare l'uomo in rapporto alla natura e agli animali.
La civiltà di una nazione dovrebbe essere misurata in base alla deferenza verso il sesso debole.
La razza umana finirà per eccesso di civiltà.
La civiltà progredisce aumentando il numero di operazioni importanti che possiamo compiere senza pensarci.
Esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele.
La civiltà è un progresso da una omogeneità indefinita e incoerente verso una eterogeneità definita e coerente.
Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.