Ordine vuol dire la cosa giusta al posto giusto e al momento giusto. Sono i confini a determinare quali sono le cose, i luoghi e i momenti giusti.
La fiducia si trova in difficoltà nel momento in cui ci rendiamo conto che il male si può nascondere ovunque.
Ogni modello di ordine spaziale divide gli esseri umani in «desiderabili» e «indesiderabili.
La guerra moderna alle paure umane, sia essa rivolta contro i disastri di origine naturale o artificiale, sembra avere come esito la redistribuzione sociale delle paure, anziché la loro riduzione quantitativa.
Se davvero ci fosse armonia e consenso, che bisogno ci sarebbe di tante persone sulla terra? Ne basterebbe una: lui o lei avrebbe tutta la saggezza, tutto ciò che è necessario, il bello, il buono, il saggio, la verità.
La paura c'è e satura quotidianamente l'esistenza umana, mentre la deregulation planetaria penetra fin nelle sue fondamenta e i baluardi difensivi della società civile cadono in pezzi.
L'organizzazione esiste solo nell'occhio dell'osservatore.
L'ordine porta a tutte le virtù! Ma che cosa porta all'ordine?
Da grande sofferenza scaturì una soluzione: luoghi idilliaci in cui il disordine divenne armonia.
Gli uomini debbono essere governati. Lasciati liberi di fare quello che vogliono significa incrementare la bestialità e il disordine.
Questo che voi chiamate ordine è uno sfilacciato rattoppo della disgregazione.
Nel caos in cui sprofondiamo vi è più logica che nell'ordine, l'ordine di morte in cui ci siamo mantenuti per tanti secoli e che si disgrega sotto i nostri passi automatici.
Capire vuol dire analizzare, controllare e fare ordine.
Il sacro è l'agitazione prodiga della vita che, per durare, l'ordine delle cose incatena, e che l'incatenamento tramuta in scatenamento, in altri termini in violenza.
Ben venga il caos, perché l'ordine non ha funzionato.
Tutto l'universo, fatto di rapporti numerici, è una perfetta armonia matematica, è un ordine perfetto.
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