Un intellettuale è un uomo la cui mente osserva sé stessa.
Ci sono negli uomini più cose da ammirare che da disprezzare.
Tutto ciò che esalta la vita ne accresce, nello stesso tempo, l'assurdità.
Lei sa che cos'è il fascino: un modo di sentirsi rispondere di sì senza aver fatto chiaramente nessuna domanda.
L'assurdo è un peccato senza Dio.
Il fascino è l'arte di farsi dir di sì senza aver posto alcuna domanda esplicita.
La via più sicura per la perdizione intellettuale: abbandonare i problemi reali per i problemi verbali.
L'intellettuale è come il bambino della favola, che rivela all'imperatore la sua nudità.
Gli intellettuali non risolvono le crisi, ma le creano.
Gli intellettuali. Questo risibile quinto stato.
Il mondo intellettuale si divide in due classi: da una parte i dilettanti, dall'altra i pedanti.
Comunque agisca, l'intellettuale sbaglia.
L'intellettuale è un signore che fa rilegare i libri che non ha letto.
Il diluvio di giornali, tutti i libri pubblicati anno per anno dagli intellettuali, scivolano sui milioni di uomini dei ceti inferiori come l'acqua sul cuoio unto d'olio.
Le cose sarebbero chiarissime se gli intellettuali non le spiegassero.