Comunque agisca, l'intellettuale sbaglia.— Theodor Adorno
Comunque agisca, l'intellettuale sbaglia.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.
Quando il tempo è denaro sembra morale risparmiarlo, specialmente il proprio.
L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.
Il dono privato è sceso al livello di una funzione sociale, a cui si destina una certa somma del proprio bilancio, e che si adempie di mala voglia, con una scettica valutazione dell'altro e con la minor fatica possibile.
Il diluvio di giornali, tutti i libri pubblicati anno per anno dagli intellettuali, scivolano sui milioni di uomini dei ceti inferiori come l'acqua sul cuoio unto d'olio.
Un intellettuale è un uomo la cui mente osserva sé stessa.
Gli intellettuali sono destinati a sparire con l'avvento dell'Intelligenza Artificiale com'è avvenuto per gli eroi del cinema muto con l'invenzione del sonoro. Siamo tutti dei Buster Keaton.
L'intellettuale è come il bambino della favola, che rivela all'imperatore la sua nudità.
Gli intellettuali non risolvono le crisi, ma le creano.
Il mondo intellettuale si divide in due classi: da una parte i dilettanti, dall'altra i pedanti.
Le cose sarebbero chiarissime se gli intellettuali non le spiegassero.
Gli intellettuali sono divisi su tutto, ma uniti dalla cretineria.
La via più sicura per la perdizione intellettuale: abbandonare i problemi reali per i problemi verbali.
L'intellettuale è uno la cui mente si osserva.