Il vero amore è eccezionale, due o tre volte in un secolo all'incirca. Per il resto, vanità o noia.

Albert Camus
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La nostra interpretazione

L’amore autentico viene presentato come qualcosa di estremamente raro, quasi eccezionale nella storia umana. Non è un’esperienza comune né facilmente accessibile, ma un evento che accade poche volte, persino su una scala collettiva. In questo modo viene messa in discussione l’idea romantica che il vero sentimento sia alla portata di tutti e che si manifesti spesso nella vita di ciascuno. La maggior parte delle relazioni, dei legami affettivi e delle passioni sembra ridursi a una ricerca di conferme, di prestigio personale, oppure a un’abitudine che col tempo scivola nella routine e nella monotonia. Emergono due elementi contrapposti: da un lato la grandezza di un amore capace di rompere la mediocrità quotidiana, dall’altro la constatazione disincantata che quasi sempre ci si accontenta di surrogati. Le persone credono di vivere qualcosa di unico, ma di frequente si tratta solo di desiderio di non sentirsi soli, bisogno di distrazione o desiderio di possesso. Il sentimento realmente profondo, disinteressato e trasformativo viene riconosciuto come un’esperienza quasi miracolosa, che sfida l’egoismo, la superficialità e la ripetizione. In questa visione, l’essere umano è chiamato a guardare con lucidità alle proprie relazioni, distinguendo ciò che nasce da un impulso autentico e generoso da ciò che è sorretto soltanto da vanità, abitudine o paura del vuoto. Questa prospettiva invita a non inflazionare la parola amore e a riconoscere la distanza tra l’ideale a cui si aspira e la realtà spesso banale dei sentimenti vissuti.

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