La gente che trova le parole già pronte non sa che avrà i pensieri già fatti.
Non esiste la Natura, né quella dei Padri della Chiesa, né quella di Darwin, né quella del calzaturificio Valleverde, né quella del Mulino Bianco: esisti tu, pirla!
Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco.
Che me ne faccio di vent'anni in più se poi è già da cinquanta che non riesco a trovare nessuno che non mi faccia cadere le braccia dalla disperazione e dalla noia entro venti minuti?
Tutto è un modo di interpretare una realtà che non c'è più: si interpreta non la realtà ma la realtà ideale secondo un potere, ed è questo che è molto deludente.
Non bisogna avere pietà con chi prospera sull'offesa fatta agli offesi... dagli schiavisti moderni che offendono legalitariamente perché pensano che così va il mondo, o stai sopra o stai sotto.
Le erezioni del pensiero sono come quelle del corpo: non seguono la nostra volontà!
Il peggiore dei sacrilegi è il ristagno del pensiero.
Il pensiero è il più grande nemico della perfezione.
Un pensiero corretto a priori sarebbe quello la cui possibilità ne condizionasse la verità.
La vita più dolce sta nel non avere alcun pensiero.
I miei pensieri mi dicono dove mi trovo, ma non mi indicano dove vado.
Veri sono solo i pensieri che non comprendono se stessi.
I propri pensieri non devono essere sempre necessariamente nuovi. Ma è facile che colui che ha un nuovo pensiero lo abbia da un altro.
I pensieri importanti sono per natura fulminei, e corti come i fulmini. In un paese veramente civile bisognerebbe poter "andare in cattedra" con da tre a sette pagine. Eliminare le lungaggini e le prolissità, nei casi migliori ridurre il testo a poche righe.
La forma è la carne del pensiero, come il pensiero è l'anima della vita.