All'avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle.
Disse Iddio: Qual chiedete sarà. E quel Sangue dai padri imprecato Sulla misera prole ancor cade, Che, mutata d'etade in etade, Scosso ancor dal suo capo non l'ha.
La ragione sfida alle volte la forza con una specie di coraggio disperato, come per farle sentire che, a qualunque segno arrivi, non arriverà mai a diventar ragione.
Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune.
Il dubbio parziale e accidentale limita la scienza: il dubbio universale e necessario la nega.
Una delle più gran consolazioni di questa vita è l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto.
L'avvocato deve sapere in modo così discreto suggerire al giudice gli argomenti per dargli ragione, da lasciarlo nella convinzione di averli trovati da sé.
Gli avvocati, questi girarrosti delle leggi che, a forza di girarle e rigirarle, finiscono per cavarne un arrosto per loro.
La simpatia o l'odio cambiano volto alla giustizia, e un avvocato ben pagato in anticipo trova certo più giusta la causa che difende.
Una giuria è composta da dodici persone scelte per decidere chi ha l'avvocato migliore.
Un contadino tra due avvocati è come un pesce tra due gatti.
L'avvocato è il complice naturale del banchiere.
All'avvocato bisogna contare le cose chiare; a lui poi tocca di imbrogliarle.
La nobile passione dell'avvocato dev'essere in ogni caso consapevole e ragionante: avere i nervi così solidi da saper rispondere alla offesa con un sorriso amabile, e da ringraziare con un garbato inchino il presidente burbanzoso che ti toglie la parola.
La giustizia o l'ingiustizia della causa che accetta di perorare non riguardano l'avvocato, a meno che il suo cliente non gli chieda la sua opinione al riguardo, nel qual caso egli è obbligato a darla onestamente.
Il mestiere degli avvocati è di vendere speranza. Niente più che aria fritta.
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