Io, abbreviazione di Dio.— Alessandro Morandotti
Io, abbreviazione di Dio.
Troppo cibo rovina lo stomaco, troppa saggezza l'esistenza.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
La storia insegna che la storia non insegna nulla.
Tutte le verità sono già state dette, ma lo spazio per altre menzogne è infinito.
Lo stupido dice sciocchezze; l'intelligente le fa.
Gli argomenti speculativi non spingono gli uomini a credere in un Dio: molti vi credono perché non sanno liberarsi degli insegnamenti appresi nell'infanzia. Nell'uomo c'è il desiderio di credere in Dio per bisogno di sicurezza e di protezione.
Lei crede forse che l'Onnipotente dia a ognuno il suo, creando un nuovo Adamo e una nuova Eva ogni trent'anni?
Da trenta secoli si "dimostra" Dio, e non solo ancora non ne sono persuasi tutti, ma anzi i non persuasi sono cresciuti di numero. Ciò non vi dice nulla?
Quanto più crescono gli assalti del nemico, tanto più Dio è vicino all'anima.
Dio non ha solo parlato, non ha solo compiuto segni prodigiosi nella storia dell'umanità, Dio si è fatto così vicino da farsi uno di noi e percorrere le tappe dell'intera vita dell'uomo.
Il problema dell'essere un dio è che non hai nessuno a cui rivolgere le preghiere.
Uno solo è dio, sommo tra gli dèi e gli uomini, né per figura simile ai mortali, né per pensiero.
Se l'uomo non è fatto per Dio perché non è felice se non in Dio? Se l'uomo è fatto per Dio, perché è così contrario a Dio?
Se Dio esiste, non c'è bisogno di crederci. Se ci si crede, vuole dire che l'evidenza del suo esistere è morta.
Dio ha creato gli uomini. Prima o poi ci riproverà.