Il dubbio è il lievito della conoscenza.— Alessandro Morandotti
Il dubbio è il lievito della conoscenza.
Pare che il Padre Eterno, per compensare l'uomo delle enormi carenze fisiche nei confronti degli animali, lo abbia dotato della ragione, omettendo però di fornirlo della combinazione per servirsene.
L'amore nasce per appetito, dura per fame e muore per sazietà.
Il maggior pericolo, per chi si dedica agli aforismi, è l'irrompere dei sentimenti nel mondo del pensiero.
L'aforisma è il tentativo di risolvere dialetticamente il conflitto tra esperienza e riflessione.
Suprema e irraggiungibile meta: solo e felice.
Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti in quanto questa deve esser possibile a priori.
La vera conoscenza non si accumula, la si smaltisce.
Non si conosce nulla, né le persone, né gli oggetti, semplicemente perché non si può vedere mai una cosa o una persona nella sua totalità, se vedi una persona di faccia, non puoi vedere le sue spalle, hai una visione sempre parziale, approssimativa di tutto.
La cosa più difficile è conoscere sé stessi.
Risalta meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali Keplero ha consacrato la sua vita, che la conoscenza non può derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato.
Ognuno si fa degli altri la conoscenza che vuole e, spesso, che può.
In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.
La vera conoscenza deriva soltanto o da un sospetto o da una rivelazione.
Illusione che qualcosa sia conosciuto, quando abbiamo una formula matematica per l'accadere: è solo designato, descritto: niente di più!
Per conoscere, anche poco, se stessi, bisogna conoscere a fondo gli altri.