La poesia è una malattia del cervello.
L'umanità forma un interminabile discorso di cui ogni uomo illustre è un'idea.
Si soffocano i clamori, ma come vendicarsi del silenzio.
Il mondo ha l'andatura di un sciocco, esso avanza dondolando mollemente tra due assurdità: il diritto divino e la sovranità popolore.
Gli attori sono ben felici, hanno una gloria senza responsabilità.
L'amore è una fonte inesauribile di riflessioni: profondo come l'eternità, alto come il cielo e grande come l'universo.
La poesia è lo spontaneo straripamento delle potenti sensazioni: prende origine dall'emozione rammentata nella tranquillità.
Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.
La poesia è il reale, il reale veramente assoluto. Questo è il nocciolo della mia filosofia. Quanto più poetico, tanto più vero.
La poesia dovrebbe essere grande ma discreta; qualcosa che ti penetra dentro senza farti trasalire, senza colpirti in sé stessa, ma col suo messaggio.
Non credete soltanto a ciò che vedete. È più profondo lo sguardo dei poeti. Per loro la Natura è un giardino di casa.
I poeti sono dannati ma non son ciechi, vedono gli occhi degli angeli.
Una poesia è l'espressione di idee o di sentimenti in un linguaggio che nessuno usa, poiché nessuno parla in versi.
Il poeta è, prima di tutto, una persona che è passionalmente innamorata del linguaggio.
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente cosa gli è stato concesso di scrivere.
Nella poesia, nulla è difficile come il principio, tranne forse la fine.