Per alcuni pensieri è meglio non ammetterli, bensì allontanarli subito.
La rabbia che si manifesta ci mostra che non eravamo in sintonia con la nostra sensibilità più profonda. Quindi non dobbiamo reprimere la rabbia, bensì parlare con essa.
Anche se ti fa paura, non ignorare l'abisso del tuo dolore.
L'odio come impulso non è cattivo, vuole costringerci a liberarci dell'altro e a crearci uno spazio nostro, nel quale possiamo vivere.
La tristezza paralizza o distrugge. Il dolore feconda e rende vivi.
Chi pensa a vincere non pensa mai.
Non si entra nel pensare affermando d'essere il migliore. Non cerchiamo la saggezza per eccellenza, ma per difetto.
Se è vero che bisogna possibilmente pensare come uno spirito grande, bisogna invece parlare la stessa lingua che parlano gli altri. Bisogna usare parole ordinane, ma dire cose fuori dell'ordinario.
Pensare non è essere d'accordo o in disaccordo: questo è votare.
Ancor prima che a scrivere, imparate a pensare.
Non si può vivere e pensare. Ciascuna delle due cose, rispetto all'altra, è una perdita di tempo.
Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.
Pensare è sommamente nostro; sepolto nella privatezza più intima del nostro essere, È anche il più comune, usurato, ripetitivo degli atti. Questa contraddizione non può essere risolta.
Quel che vi è di meglio nel pensiero si aggrappa come edera morta su vecchi mattoni morti.
Lo specchio riflette in modo esatto: non commette errori perché non pensa. Pensare significa essenzialmente commettere errori.
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