Non esiste vera arte senza perfetta inutilità.
Tutte le forme letterarie convivono col lavoro. Solo l'aforisma, il frammento, uno zibaldone, sono figli dell'ozio.
Amava l'umanità, ma non sopportava il vicino di sopra.
Nella corsa all'avere gli uomini rammentano quegli scarabei che si contendono, combattendo con minuziosità, una pallina di sterco.
Il violento, il dogmatico, l'intransigente sono anche persone stupide: basta fargli credere che hanno ragione.
Scrive aforismi, e ha il coraggio di presentarli a un pubblico di lettori, chi ha raggiunto lo spazio mentale che gli è connaturale e ne ha fissato confini ed estensioni.
L'artista deve fare in modo che la posterità creda ch'egli non abbia vissuto.
L'arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati.
L'arte e la rivolta non moriranno che con l'ultimo uomo.
L'autore deve chiuder bocca, quando apre bocca la sua opera.
Povera gente! L'Arte non è sbriciolare la propria anima; è di marmo o no, la Venere di Milo?
La vera arte è dove nessuno se lo aspetta, dove nessuno ci pensa né pronuncia il suo nome. L'arte è soprattutto visione e la visione, molte volte, non ha nulla in comune con l'intelligenza né con la logica delle idee.
L'arte viene a voi con il franco proposito di non dar nulla all'infuori della più alta qualità ai vostri momenti mentre passano, e soltanto per amore di quei momenti.
L'arte stessa è in realtà una forma di esagerazione.
L'arte, come la teologia, è una frode ben confezionata.