Per me non sono le ricchezze né gli spassi che fanno la felicità dell'uomo.
L'uso delle ricchezze è migliore del loro possesso.
Per tornare ad essere sicuri si deve fare una regola contabile che impedisca prima di creare, e poi di mettere in circolo una ricchezza "futura" che non c'è, se non per chi specula.
Il fatto che abbiamo perduto la ricchezza non significa che dobbiamo perdere la dignità.
Il successo è doversi preoccupare di ogni maledetta cosa al mondo, tranne che del denaro.
È nell'interesse del mondo commerciale che la ricchezza possa trovarsi dappertutto.
Tutti hanno la stessa quantità di ghiaccio: i ricchi d'estate e i poveri d'inverno.
Sfrontatezza del ricco che consiglia i poveri.
Si dice che la ricchezza non fa la felicità, ma bisogna ammettere che la simula molto bene.
La sola cosa che può consolare della ricchezza è l'economia.
Forse, ai felici e ai ricchi non è lecito sperare di entrare nel Regno dei Cieli; forse, solo quando sono caduti nel terrore e nella disperazione, gli uomini sono in grado di apprezzare il Regno promesso da Dio.